cena di cipolla

FORNACI
MORDACI
è lieta
di presentare

OLIVER ONIONS

ovvero

UN’ALITATA VI
SEPPELLIRÀ

Con il
patrocinio di Lalla Tropea

Noi, i
giovani del duemila (ma chi, quelli dell’altra volta? sì quelli là), ci
siamo ricascati. E
dopo l’abbuffata di situazionismo post-apocalittico di poche
settimane fa, eternamente insoddisfatti, e ormai assuefatti al tutto-fritto-in-fretta-e-furia,
ci siamo trovati di fronte al baratro di una sinistra persa tra un
partito democratico (cristiano?) e una Cosa Rossa ancora troppo al
sangue per essere assaggiata. Noi, i giovani del duemila, siamo i
testimoni dell’imborghesimento dei nostri amici e di noi stessi. Come
evitarlo, del resto, in un’epoca in cui la mortadella, storico alimento
proletario, si è a più riprese dimostrato infido governante
simpatizzante di neo-liberismo e militarismo d’oltreoceano?

Smunti e smagriti, noi, i
giovani del duemila, siamo andati alla
ricerca di un pasto sostitutivo, tenendoci parimenti a distanza dallo
Slim Fast fassiniano e da certo magnamagna mastelliano,
rifuggendo altresì la tanto pubblicizzata terza via, fatta di indigeste
ricette vissaniane; abbiamo dunque cercato nell’esotismo di un kebab la
panacea di tutti i mali, restando però delusi dalla via mediorientale
al
socialismo.

Ma da questo lungo
peregrinare, noi, i giovani del duemila, abbiamo
tratto un’importante lezione: abbiamo capito che sarebbe stato
vano qualsiasi sforzo di innovazione senza un ritorno alle
vere radici del socialismo di lotta,
ben prima che giungessero prime seconde terze internazionali a
scompigliare il frugale ma sostanzioso menu del proletariato con la
loro nouvelle cuisine; e ovviamente prima che la pesantezza dei pastoni
sovietici azzittisse gli aromi di una realtà comunque variamente
saporita; men che meno si poteva prescindere dal ripulire l’ideologia
dal glutammato monosodico, omogeneizzante fardello della rivoluzione
culturale
cinese.

Forti di questa riflessione,
abbiamo deciso di rivolgerci direttamente
al menu principale, rileggendo in chiave gastro-antropologica il
Manifesto del Partito Comunista, eleggendo a simbolo del proletario del
1848 un alimento e facendo di esso il cardine della nostra cucina: la
cipolla
.

Quale ortaggio unisce
infatti, più della cipolla, gli oppressi di tutti
i paesi e le epoche? Dal pane e cipolla dello schiavo egizio al borsch
del servo della gleba, tornando agli egizi del presidio, la cipolla
rappresenta da sempre la rabbia dei
sottomessi; rabbia che si concreta nelle lacrime di sdegno che le
massaie proletarie versano nell’atto di affettarle, poichè in quegli
istanti la coscienza di classe le pervade e sussume. E non
dimentichiamo il ruolo svolto durante la Resistenza dall’abbigliamento
a cipolla adottato sui monti dai nostri partigiani.

Ma la cipolla affronta
degnamente anche le sfide del post-modernismo e
della complessità, rappresentando degnamente, con i suoi strati e il
design accattivante, il paradigma dell’uomo multidimensionale alle
prese con la società post-post-post-post-industriale.

Non da ultimo, facciamo
affidamento sulle proprietà organolettiche
della cipolla per ravvivare il nostro sentimento antisociale e il
nostro elitismo da avanguardia. Alla larga benpensanti! Sarà un’alitata
che
vi
seppellirà.


Cena
sociale di cipolle,

Domenica 25 Novembre 2007
presso il Laboratorio
Ca’ Fornaci di Costabissara (VI)


Menu Programmatico:

  • Apetizer: anellinini di
    cipolla fritti. l’anello di congiunzione (a cura del collettivo
    Clemente Pastella)
  • Antipasto popolare:
    pane e cipolla. il gusto dell’oppressione
  • Zuppa di cipolle (cfr.
    BAUMAN, Vita Liquida)
  • Cipolline al forno. la
    rivoluzione non è un pranzo di gala
  • Cipolline in agrodolce.
    come tramandate da Fra’ AgroDolcino
  • Cipolline alla
    Antonello. anarcofricchettanza pride
  • Calzone di cipolle. dal
    sud-est al nord-est, storie di integrazione riuscita
  • Frittatone di cipolle.
    seguirà rutto libero e libertario
  • Dolce a base di
    marmellata di cipolle.

A seguire incontri e
dibattiti


tavola rotonda: Vestire a
cipolla o vestire a Decathlon
?’
relatori: Guido Lanaro e Luca Scapellato

‘Dalla cucina della mamma all’antisommossa: storie di lacrime e
lacrimogeni’

di e con Francesco Marangoni

‘Non solo liliacacea ovvero
Disambiguazione: Sapersi orientare nell’ universo Cipolla’

a cura di Luca Rigon

‘Cipolla tra Politica e Musica:
Strato/Substrato/DemetrioStratos/Stratocaster’

a cura del comitato "Area Fritta"

‘GIN & FORUM’
noiosa e prolissa assemblea dal titolo lungo almeno tre righe in cui si
discute delle proprietà organolettiche, psicotrope e politiche del
distillato di ginepro come alternativa e salvifica via d’uscita al
tedio e alla noia di assemblee prolisse, inconcludenti, trasversali,
pacifiche, colorate e determinate.
Tavolo di discussione moderato da Francesco Lauricella.

In allegato, degustazione di cocktail equo e solidale a cura del dott.
Alessandro Venturini

È gradita la
conferma della propria presenza

in modo che si sappia
quanti espropri proletari effettuare.
Per la questura, comunque, saremo poche centinaia.

.

Collettivo Fornaci Mordaci
Costabissara, 21 novembre 2007
http://fornacimordaci.noblogs.org




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5 Responses to cena di cipolla

  1. FilogamoCaoduro says:

    frazionisti ad ogni costo.
    dotati di anticorpi grossi quanto leoni contro le rutture di coglioni.
    pronti a rompere qualsiasi pirofila e qualsiasi piattaforma politica.
    insindacabilmente
    proletari in divisa da chef. impietosi verso i manganelli. incontenibili coi mattarelli:
    Mandiamo all’aria qualsiasi tavolo di trattativa. uniamoci nelle trade onion.

  2. culatello & lardo casual crew says:

    Il comitato di quartiere “San Marco” di Creazzo in seguito al forte oleazzo o più volgarmente lea di cipolla proveniente da questa mattina dalla camera di un partecipante alla cena del vostro collettivo dispone il divieto più totale di detenzione, somministrazione, consumo, preparazione di cipolla nemmeno per i soffritti. I trasgressori saranno puniti a suon di manganellate di salame.

    Solo il culatello ci porterà alla vittoria!!!

  3. compare cipudda says:

    mississipi burning. london’s burning. genova brucia ancora. e costabissara? ritorno sull’iniziativa di ieri. un successo incredibile. una serata meravigliosa. un’esperienza da cui partire per conquistare il mondo. giusto per darci un obiettivo a breve termine. convoco un seminario di approfondimento sulla cucina flambè in data e luogo da destinarsi

    una molotov tra i fornelli. workshop di riot-street-cooking. ovvero: “Prometeo non avrebbe rubato il fuoco agli dei senza che vi fosse uno stoppino ad aspettarlo”

  4. c per cipolla says:

    dopo una lunga serata di cipolle e dibattiti molto interessanti,la mattina dopo, praticamente non riesco ad alzarmi con in aggiunta un alito che tre lavaggi di denti e almeno un paio di litrozzzi di colluttorio non riescono a levare.
    comunque una gran cena.

  5. adrianomachupichuhuevosriodelaplataverneau says:

    Vedo con stupore l’alba di un nuovo movimento, libertario e libertino, dove la cucina occupa il suo centro. E quale posto migliore, mi chiedo, dell’angolo cottura? questo luogo che cosí spesso si confonde con l’angolo salotto e anche con l’angolo letto (sia perchè si mangia in tutta casa, soprattutto su letto, sia perchè molti abbiamo una cucina-salone, etc…)
    Purtroppo e con rammarico vedo un programma forte e una gironata intensa alla quale non potrò partecipare per una forzata permanenza di studio nella capitale capitolina… capita…. (capíta?)
    Ma non temere social cooking, considera questa assenza come formazione sulla gastronomia romana, e infatti stasera si cena a base di pizza al metro (alla cipolla) e supplì.
    Ma il bello è tutto lì, la globalizzazione ci opprime e ci libera allo stesso tempo, anche se non da cosa non è dato sapere… e allora globalizziamoci fratelli!

    Nasce quindi una proposta di collaborazione: propongo un progetto di gastronomia in videoconferenza, in cui più gruppi nello stesso momento cucineranno e mangeranno assieme, separati solo dalla geografia.
    Propongo che la prossima data non si svolga solo in Ca’ Fornaci, ma anche ed in realtime in quel di Roma, in una sede da definirsi.
    È un progetto in costruzione, anzi per ora rimane allo stato di idea, ma lancio e rilancio perchè baudi giovani 2millini (o 2millesimi…) prendano spunto e collaborino alla realizzazione del progetto.

    Buona cena, mei piangenti amici e compulsivi affettatori di cipolle.

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